Cerco lavoro: posso fare tutto!

Vi è mai capitato durante un colloquio di lavoro o in fase di iscrizione presso una agenzia per il lavoro, di sentirvi chiedere:

“Quali mansioni si candida a ricoprire? Per quali opportunità lavorative vorrebbe essere contattato? Che ruolo professionale vorrebbe ricoprire?”

A queste domande, specie se è da lungo tempo che si cerca di trovare un impiego, con la convinzione di dimostrare tutta la propria motivazione e volontà di mettersi in gioco, accade che si risponda: “Io posso fare tutto!” E chissà che almeno una volta anche voi abbiate risposto in questo modo.

Per chi è in cerca di lavoro, “io posso fare tutto” è una espressione che dovrebbe impressionare positivamente il selezionatore, comunicandogli tutta la seria volontà di lavorare a qualsiasi costo, di non avere pretese, “basta che lavoro!”, di essere il candidato giusto in quanto pronto a tutto.

Sarà davvero questo il messaggio che riceverà il nostro interlocutore?

Consideriamo prima di tutto che per svolgere qualsiasi tipologia di lavoro occorrono tre elementi: conoscenze, competenze tecniche e competenze trasversali. E’ evidente che le conoscenze vanno acquisite e non sono innate, come pure le competenze tecniche che vengono sviluppate grazie all’esperienza; le competenze trasversali d’altro canto, possono essere accresciute nel tempo.

Partendo da queste considerazioni è evidente che nessuno possa affermare di poter fare tutto, di poter svolgere qualsiasi mansione, in quanto dicendo ciò starebbe affermando di sapere tutto e saper fare tutto, in altre parole di essere onnisciente e al contempo un supereroe.

Ciò premesso, cosa pensereste voi se qualcuno vi dicesse: “Io posso fare tutto?”

Un selezionatore effettua ricerche per individuare risorse che devono ricoprire uno specifico ruolo professionale; tali risorse devono essere determinate a ricoprire proprio quel ruolo, oltre ad avere i requisiti formativi e tecnico-professionali previsti dalla posizione lavorativa. Determinati in questo caso non significa, “disposti a tutto pur di lavorare” o “essere capaci di fare qualsiasi lavoro”, bensì avere un obiettivo professionale chiaro e una strategia che si porta avanti con PASSIONE avendo ben chiaro perché si ritiene di essere la persona giusta per quello specifico lavoro.

In altre parole, per un selezionatore il candidato ideale deve avere un chiaro obiettivo professionale che deve essere in linea con la posizione per la quale egli si sta candidando: se hai un chiaro obiettivo professionale, se sai qual è il lavoro che meglio si sposa con i tuoi valori, con le tue aspirazioni, allora sarai un candidato motivato che non lascerà spazio a qualsiasi lavoro perché sai quello che vuoi e trasmetterai la tua passione agli altri, anche durante un colloquio di lavoro.

 Dunque, il “posso fare tutto” del candidato gli consentirà davvero di dimostrare al selezionatore la sua motivazione, determinazione e volontà?

Per rispondere a questi interrogativi basterà cambiare prospettiva, mettersi nei panni del selezionatore o del potenziale datore di lavoro che nel caso foste selezionati, dovrebbe investire tempo (che non ha), energie e denaro per formarvi, affiancandovi un collaboratore più esperto che dovrebbe dedicarvi altro tempo producendo, inevitabilmente, di meno con conseguente perdita di fatturato per l’azienda.

Ora, se non avete un chiaro obiettivo professionale, quindi se non sapete realmente cosa volete fare e magari non avete neppure mai fatto il lavoro per il quale vi state candidando, perché dovreste essere selezionati?

Perché una azienda dovrebbe investire su di voi, che non avete le idee chiare, rischiando di avere un collaboratore che non mette passione in ciò che fa? Che non da il 100% di sé perché svolge una mansione che non lo appassiona?

Del resto l’unico modo per fare in modo eccellente un lavoro è farlo con amore.

Evidentemente non è funzionale affermare, durante un colloquio di lavoro: “Io posso fare tutto”. Oppure alla domanda: “per quale mansione si candida?”.Rispondere:  “per me va bene tutto, basta che lavoro”.

Funzionale all’obiettivo di sostenere un efficace colloquio di lavoro, è invece avere ben chiaro il lavoro che si vuole svolgere e sapere perché si è certi di essere il candidato ideale proprio per quel lavoro.

Avete ancora dubbi sull’efficacia del “io posso fare tutto”? Allora rispondete a questa domanda: quali lavori non vorresti mai fare?

Questa è una domanda che potrebbero porvi, specie durante i colloqui svolti presso le agenzie per il lavoro e ciò anche per una questione di organizzazione ed efficienza: magari nel curriculum è indicata una esperienza di lavoro al termine della quale avete valutato che non siete interessati a fare quel lavoro, che non è adatto a voi, tuttavia se non dite questo esplicitamente al selezionatore, lui potrebbe contattarvi proprio per quella posizione lavorativa in quanto avete una pregressa esperienza nel ruolo. Questo comporterebbe per lui una perdita di tempo e per voi avrebbe un effetto demotivante incrementando l’idea che non troverete mai una occupazione.

Dunque non fermatevi alla scorciatoia del “io posso fare tutto”; chiedetevi come rispondereste a queste domande: possiamo contattarti per un lavoro di vendita porta a porta? E per una posizione di operatore di call center? Per una posizione di addetto alle pulizie? Insomma, se vi fermate a riflettere, troverete certamente almeno un lavoro che non volete fare e dunque non potete affermare di poter fare tutto!

scritto da Marina Longobardi – HR Specialist

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