Il Diversity Management per l’inclusione lavorativa

Se consideriamo il panorama lavorativo nazionale ed internazionale bisogna considerare la possibilità di includere nella Gestione delle Risorse Umane nuove figure che garantiscano una valorizzazione delle diversità culturali.

Il Diversity Management, con l’obiettivo di creare un ambiente di lavoro inclusivo, sottolinea le positività provenienti dalla diversità e ne elimina l’accezione discriminante. Secondo la definizione di“Businessdictionary.com” il “Diversity Management” è la gestione e valorizzazione delle diversità negli ambienti di lavoro. L’attività di Management consiste nell’educare il gruppo ad accettare e rispettare persone di diversa razza, cultura, status sociale e/o economico, provenienza geografica o preferenza politica.

Una gestione delle risorse umane che permetta di acquisire competenze e mentalità multiculturale, per la quale sono necessarie tolleranza e consapevolezza del contesto socio-economico nel quale l’azienda opera: il Diversity Management, nato e sviluppatosi negli Stati Uniti nel corso degli ultimi trent’anni, in Italia ancora non sembra essere un tema importante per gli imprenditori. Secondo un’indagine condotta dalla Bocconi, solo il 21% delle imprese intervistate dichiara di adottare politiche per la diversità, spesso relegate alla gestione delle donne e dei lavoratori “anziani”.

Ma non si tratta solo di questo: il Diversity Management abbraccia tutte quelle categorie di lavoratori che per un qualsiasi motivo siano stati discriminati e punta a far capire l’importanza di questi soggetti all’interno di un’azienda, siano essi donne o anziani, ma anche omosessuali piuttosto che stranieri, persone con disabilità psichica o fisica. Non un problema ma un’opportunità, la diversità è un fattore rilevante che può portare benefici sia dal lato etico che dal lato economico, migliorando l’immagine che l’azienda riesce a dare di sé, il clima aziendale e la motivazione del personale e creando un ambiente multiculturale che permette di comunicare meglio con l’esterno, che si tratti di un apertura al cambiamento oppure più semplicemente di un aspetto linguistico.

scritto da Giulio Maria Esposito

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